Buongiorno a tutti,
vi contattiamo perchè vorremmo condividere con voi il fastidio provato
venerdì mattina leggendo un articolo del Secolo XIX (in
allegato). Una pagina intera, pure a colori con tanto di finestra
anticipatrice in prima pagina, nella quale la direttrice del Museo del
Novecento di Milano sparava a zero sull'Università di Genova, con accuse
gravi, ma assolutamente vaghe, volte soltanto a togliersi evidentemente
qualche sasso dalla scarpa, che però si portava appresso da almeno 15 anni.
La
signora, intervistata da Anna Orlando (storica dell'arte genovese,
molto lontana dal mondo accademico ma molto attiva sul mercato), si
laureò a suo tempo a Genova ma non riuscì ad intraprendere la carriera
accademica, presumo perchè le fu preferito qualcun altro: lungi da noi
descrivere Genova quale paradiso della trasparenza ma siamo davvero stufi
di questo modo di infangare senza alcuna preoccupazione di colpire
anche coloro che studiano e lavorano con onestà e passione. Chi ci
conosce un poco sa quanto siamo spesso critici e a volte refrattari all'ambiente
universitario, ma se c'è una cosa che ci sentiamo di difendere
dell'università di Genova e in particolare del dipartimento di cui
facciamo parte è il bel clima che si respira e gli ottimi rapporti che vi si
possono instaurare.
Abbiamo
conseguito a Genova sia la triennale che la specialistica, Valentina
poi si è anche spostata a Siena per la specializzazione e vi possiamo
assicurare che la
differenza c'è, eccome! Abbiamo poi conosciuto altre realtà,
direttamente e
indirettamente: anche prima di iniziare negli scorsi anni il dottorato, i
prof. che ci avevano seguito (Franchini, Stagno, Magnani, Matteuzzi,
Rossi) non ci hanno mai
negato il loro appoggio e ci hanno sempre esortato a continuare negli
studi.
Vi
chiediamo pertanto di considerare la situazione e nel caso siate d'accordo
di sottoscrivere la lettera che abbiamo pensato di inviare
come risposta al Secolo. Crediamo sia importante far sentire la nostra
voce, portare il nostro esempio e non subire passivamente l'ennesimo
episodio di cattiva informazione di un giornale che purtroppo è il più
importante nella nostra regione!
Vi chiederemmo pertanto, nel caso foste d'accordo con quanto abbiamo scritto nella lettera di risposta in allegato, di inviare una mail a Giacomo (indirizzo poco sotto) con nome, cognome e corso di studi, autorizzandoci a scrivere il vostro nome nel file che VERRA' SPEDITO AL GIORNALE (e quindi forse pubblicato). Sappiamo di chiedervi molto, ma nel caso condivideste questa presa di posizione sarebbe importante partecipare compatti. Sentitevi liberi di far girare questa email a vostri colleghi che non rientrino nel nostro indirizzario, ci farebbe piacere che la cosa avesse maggiore partecipazione possibile. Tuttavia, perchè sia efficace, la risposta deve essere anche rapida. Il tempo massimo entro cui aderire pertanto è MARTEDI' 16 ALLE ORE 23.55, dopo di che invieremo la lettera con le adesioni avute sino ad allora.
Vi chiederemmo pertanto, nel caso foste d'accordo con quanto abbiamo scritto nella lettera di risposta in allegato, di inviare una mail a Giacomo (indirizzo poco sotto) con nome, cognome e corso di studi, autorizzandoci a scrivere il vostro nome nel file che VERRA' SPEDITO AL GIORNALE (e quindi forse pubblicato). Sappiamo di chiedervi molto, ma nel caso condivideste questa presa di posizione sarebbe importante partecipare compatti. Sentitevi liberi di far girare questa email a vostri colleghi che non rientrino nel nostro indirizzario, ci farebbe piacere che la cosa avesse maggiore partecipazione possibile. Tuttavia, perchè sia efficace, la risposta deve essere anche rapida. Il tempo massimo entro cui aderire pertanto è MARTEDI' 16 ALLE ORE 23.55, dopo di che invieremo la lettera con le adesioni avute sino ad allora.
Se volete chiederci qualcosa, discutere, dissentire... siamo a vostra disposizione.
Grazie a tutti,
Valentina Frascarolo e Giacomo Montanari
Giacomo: gcm.montanari@gmail.com
Lettera di risposta:
Criticare
per costruire
Un
quattrin di carta, una penna e un danaro d'inchiostro fanno apparir d'un uomo
un mostro.
Che all’interno dei
corridoi dell’Università italiana non tutte le pratiche siano trasparenti, non
tutti i docenti siano entusiasti e non tutti gli studenti siano ineccepibili pensiamo
rappresenti non solo un’ovvietà, ma anche una condizione per lo meno naturale
all’interno di una istituzione composta da centinaia di individui. Che
l’Università di Genova non faccia eccezione crediamo che sia altrettanto
indubitabile e il fatto che sia
necessario e doveroso per chiunque provare ogni giorno a fare “meglio” sotto
tutti i punti di vista, anche con la critica netta e decisa, riteniamo pertanto
essere un importante presupposto che sta a garanzia della qualità dell’offerta
formativa di un istituto culturale dedito all’educazione, all’istruzione e alla
ricerca scientifica. Tuttavia, leggere le parole di Marina Pugliese, riportate
da Anna Orlando, non fa solo male al cuore per il loro malcelato livore e la
manifesta voglia di demolire senza alcuna intenzione “educativa” un intero
ambiente, ma ferisce un già precario sistema affondandogli la faccia nel fango
con generiche ed infamanti accuse di cui non viene riportata alcuna circostanza
e alcuna prova. É questo il modo di “purificare” un mondo dove ci si rammarica
(dopo circa 20 anni e aver raggiunto vette professionali per molti giovani, oggi
studenti, inarrivabili) di non aver ricevuto stimoli, aiuti, incentivi e
supporto? É la terra bruciata il sistema corretto, la panacea universalis che ci serve per “cambiare il sistema”? Gettare
discredito non per trarne vantaggio, ma come mero sfogo di una frustrazione
irragionevole e incomprensibile (visti i successi della Pugliese di cui la
Orlando mette BENE in luce ogni dettaglio) non è solo un atto meschino, ma è
anche un danno per chi, come noi e come tanti altri, sta affrontando questo
percorso di studi. É un modo per far valere ancora meno agli occhi di tutti una
professionalità che molti hanno sudato e stanno sudando non meno delle due dottoresse
che si dilettano dalle colonne di questo giornale.
Nel merito poi del “j’accuse” riportato, ci sentiamo in
dovere di dissentire fortemente da molto di ciò che è stato detto: se nessuno
mette in dubbio che la dottoressa Marina Pugliese possa aver subito i non ben
definiti torti a cui accenna, è fuori di dubbio che una generalizzazione
onnicomprensiva nell’elevare giudizi di valore così pesanti e malevoli è
quantomeno azzardata. Dall’esperienza di molti di noi nell’aver frequentato
diversi atenei italiani, non abbiamo paura di affermare che, per quanto non
esente da molteplici e ben visibili difetti, all’interno del Dipartimento di
Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo dell’Università
degli Studi di Genova (ebbene sì, pur non dicendolo l’allusione è quantomeno
esplicita) è possibile un dialogo franco e sincero con i docenti e con i
colleghi, da parte di studenti, dottorandi e assegnisti. Per quanto l’opinione
dei docenti abbia un peso, giustamente, maggiore il parere di tutti viene preso
in considerazione e nessuno subisce derisioni, ghettizzazioni o viene
deliberatamente ignorato per snobismo. Pur nella non totale condivisione delle
attività proposte e promosse dal Dipartimento, a nessuno è mai stata preclusa
la possibilità di parteciparvi né ad alcuna persona è stato negato il diritto di
replica o al contraddittorio, al contempo ricevendo, anche a detta dei più
critici e polemici tra noi, aiuto e stimolo nel proseguire nelle proprie
ricerche e nell’affinare la propria preparazione.
Non possiamo e non
vogliamo dimenticare che molti docenti hanno dato tempo, competenze e passione
per condurci attraverso questi anni di studi e che, seppur senz’altro qualcuno
di meno “disponibile” si possa senz’altro trovare, è grazie a queste persone che
oggi molti di noi affrontano il difficile mondo dello studio della storia
dell’arte a livello professionale con passione, competenza e dedizione. Non da
ultimo, ci rammarichiamo della posizione enfatica concessa ad un articolo che
non esitiamo a definire scandalistico all’interno di quello che consideriamo il
principale Giornale locale, anche in fatto di cultura. Ci piacerebbe infatti
che la stessa importanza in termini di spazi fosse concessa anche alle attività
che il Dipartimento, i suoi studenti e i suoi docenti propongono lungo tutto il
corso dell’anno a riguardo del territorio cittadino e regionale e di cui,
troppo spesso, compaiono solo brevi trafiletti decisamente poco accattivanti:
pur nelle cogenti difficoltà che tutti possono vedere, nel mondo della cultura
c’è tanto di BUONO, vi chiediamo, come organo di informazione fondamentale per
questa Città, di fare anche la vostra parte per non alimentare polemiche
sterili e per favorire invece l’arricchimento del confronto e il recupero del
valore dei nostri tesori culturali.
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