martedì 16 aprile 2013

Informare o Diffamare? Diciamo la nostra!







Buongiorno a tutti,

vi contattiamo perchè vorremmo condividere con voi il fastidio provato venerdì mattina leggendo un articolo del Secolo XIX (in allegato). Una pagina intera, pure a colori con tanto di finestra anticipatrice in prima pagina, nella quale la direttrice del Museo del Novecento di Milano sparava a zero sull'Università di Genova, con accuse gravi, ma assolutamente vaghe, volte soltanto a togliersi evidentemente qualche sasso dalla scarpa,  che però si portava appresso da almeno 15 anni.
La signora, intervistata da Anna Orlando (storica dell'arte genovese, molto lontana dal mondo accademico ma molto attiva sul mercato), si laureò a suo tempo a Genova ma non riuscì ad intraprendere la carriera accademica, presumo perchè le fu preferito qualcun altro: lungi da noi descrivere Genova quale paradiso della trasparenza ma siamo davvero stufi di questo modo di infangare senza alcuna preoccupazione di colpire anche coloro che studiano e lavorano con onestà e passione. Chi ci conosce un poco sa quanto siamo spesso critici e a volte refrattari all'ambiente universitario, ma se c'è una cosa che ci sentiamo di difendere dell'università di Genova e in particolare del dipartimento di cui facciamo parte  è il bel clima che si respira e gli ottimi rapporti che vi si possono instaurare.
Abbiamo conseguito a Genova sia la triennale che la specialistica, Valentina poi si è anche spostata a Siena per la specializzazione e vi possiamo assicurare che la differenza c'è, eccome! Abbiamo poi conosciuto altre realtà, direttamente e indirettamente: anche prima di iniziare negli scorsi anni il dottorato, i prof. che ci avevano seguito  (Franchini, Stagno, Magnani, Matteuzzi, Rossi) non ci hanno mai negato il loro appoggio e ci hanno sempre esortato a continuare negli studi.
Vi chiediamo pertanto di considerare la situazione e nel caso siate d'accordo di sottoscrivere la lettera che abbiamo pensato di inviare come risposta al Secolo. Crediamo sia importante far sentire la nostra voce, portare il nostro esempio e non subire passivamente l'ennesimo episodio di cattiva informazione di un giornale che purtroppo è il più importante nella nostra regione!

Vi chiederemmo pertanto, nel caso foste d'accordo con quanto abbiamo scritto nella lettera di risposta in allegato, di inviare una mail a Giacomo (indirizzo poco sotto) con nome, cognome e corso di studi, autorizzandoci a scrivere il vostro nome nel file che VERRA' SPEDITO AL GIORNALE (e quindi forse pubblicato). Sappiamo di chiedervi molto, ma nel caso condivideste questa presa di posizione sarebbe importante partecipare compatti. Sentitevi liberi di far girare questa email a vostri colleghi che non rientrino nel nostro indirizzario, ci farebbe piacere che la cosa avesse maggiore partecipazione possibile. Tuttavia, perchè sia efficace, la risposta deve essere anche rapida. Il tempo massimo entro cui aderire pertanto è MARTEDI' 16 ALLE ORE 23.55, dopo di che invieremo la lettera con le adesioni avute sino ad allora.
Se volete chiederci qualcosa, discutere, dissentire... siamo a vostra disposizione.

Grazie a tutti,

Valentina Frascarolo e Giacomo Montanari

Giacomo: gcm.montanari@gmail.com


Lettera di risposta:

Criticare per costruire

Un quattrin di carta, una penna e un danaro d'inchiostro fanno apparir d'un uomo un mostro.

Che all’interno dei corridoi dell’Università italiana non tutte le pratiche siano trasparenti, non tutti i docenti siano entusiasti e non tutti gli studenti siano ineccepibili pensiamo rappresenti non solo un’ovvietà, ma anche una condizione per lo meno naturale all’interno di una istituzione composta da centinaia di individui. Che l’Università di Genova non faccia eccezione crediamo che sia altrettanto indubitabile e  il fatto che sia necessario e doveroso per chiunque provare ogni giorno a fare “meglio” sotto tutti i punti di vista, anche con la critica netta e decisa, riteniamo pertanto essere un importante presupposto che sta a garanzia della qualità dell’offerta formativa di un istituto culturale dedito all’educazione, all’istruzione e alla ricerca scientifica. Tuttavia, leggere le parole di Marina Pugliese, riportate da Anna Orlando, non fa solo male al cuore per il loro malcelato livore e la manifesta voglia di demolire senza alcuna intenzione “educativa” un intero ambiente, ma ferisce un già precario sistema affondandogli la faccia nel fango con generiche ed infamanti accuse di cui non viene riportata alcuna circostanza e alcuna prova. É questo il modo di “purificare” un mondo dove ci si rammarica (dopo circa 20 anni e aver raggiunto vette professionali per molti giovani, oggi studenti, inarrivabili) di non aver ricevuto stimoli, aiuti, incentivi e supporto? É la terra bruciata il sistema corretto, la panacea universalis che ci serve per “cambiare il sistema”? Gettare discredito non per trarne vantaggio, ma come mero sfogo di una frustrazione irragionevole e incomprensibile (visti i successi della Pugliese di cui la Orlando mette BENE in luce ogni dettaglio) non è solo un atto meschino, ma è anche un danno per chi, come noi e come tanti altri, sta affrontando questo percorso di studi. É un modo per far valere ancora meno agli occhi di tutti una professionalità che molti hanno sudato e stanno sudando non meno delle due dottoresse che si dilettano dalle colonne di questo giornale.
Nel merito poi del “j’accuse” riportato, ci sentiamo in dovere di dissentire fortemente da molto di ciò che è stato detto: se nessuno mette in dubbio che la dottoressa Marina Pugliese possa aver subito i non ben definiti torti a cui accenna, è fuori di dubbio che una generalizzazione onnicomprensiva nell’elevare giudizi di valore così pesanti e malevoli è quantomeno azzardata. Dall’esperienza di molti di noi nell’aver frequentato diversi atenei italiani, non abbiamo paura di affermare che, per quanto non esente da molteplici e ben visibili difetti, all’interno del Dipartimento di Italianistica, Romanistica, Antichistica, Arti e Spettacolo dell’Università degli Studi di Genova (ebbene sì, pur non dicendolo l’allusione è quantomeno esplicita) è possibile un dialogo franco e sincero con i docenti e con i colleghi, da parte di studenti, dottorandi e assegnisti. Per quanto l’opinione dei docenti abbia un peso, giustamente, maggiore il parere di tutti viene preso in considerazione e nessuno subisce derisioni, ghettizzazioni o viene deliberatamente ignorato per snobismo. Pur nella non totale condivisione delle attività proposte e promosse dal Dipartimento, a nessuno è mai stata preclusa la possibilità di parteciparvi né ad alcuna persona è stato negato il diritto di replica o al contraddittorio, al contempo ricevendo, anche a detta dei più critici e polemici tra noi, aiuto e stimolo nel proseguire nelle proprie ricerche e nell’affinare la propria preparazione.
Non possiamo e non vogliamo dimenticare che molti docenti hanno dato tempo, competenze e passione per condurci attraverso questi anni di studi e che, seppur senz’altro qualcuno di meno “disponibile” si possa senz’altro trovare, è grazie a queste persone che oggi molti di noi affrontano il difficile mondo dello studio della storia dell’arte a livello professionale con passione, competenza e dedizione. Non da ultimo, ci rammarichiamo della posizione enfatica concessa ad un articolo che non esitiamo a definire scandalistico all’interno di quello che consideriamo il principale Giornale locale, anche in fatto di cultura. Ci piacerebbe infatti che la stessa importanza in termini di spazi fosse concessa anche alle attività che il Dipartimento, i suoi studenti e i suoi docenti propongono lungo tutto il corso dell’anno a riguardo del territorio cittadino e regionale e di cui, troppo spesso, compaiono solo brevi trafiletti decisamente poco accattivanti: pur nelle cogenti difficoltà che tutti possono vedere, nel mondo della cultura c’è tanto di BUONO, vi chiediamo, come organo di informazione fondamentale per questa Città, di fare anche la vostra parte per non alimentare polemiche sterili e per favorire invece l’arricchimento del confronto e il recupero del valore dei nostri tesori culturali.
 



Nessun commento:

Posta un commento